Come Influisce un Compito Mentale Prima Dell'Allenamento Sulla Performance?

Come Influisce un Compito Mentale Prima Dell'Allenamento Sulla Performance?

Scuola e lavoro influiscono sull’allenamento?

Sei uno studente? Lavori molto? Ti sei mai chiesto perché a volte spingi di meno in palestra dopo una giornata intensa mentalmente? Forse abbiamo una risposta su come scuola e lavoro possano influire negativamente sul nostro allenamento. 

 

Lo studio di De Queiros

Lo studio di De Queiros e altri, pubblicato a settembre 2020, indaga proprio su questa variabile: in particolare, i ricercatori si sono chiesti se compiti gravosi, in grado di provocare fatica mentale, potessero avere un effetto negativo su:

 

1) Volume totale accumulato nello squat (numero di ripetizioni su 3 set con il 80-90% del 1 RM)

 

2) Salto verticale

 

3) Motivazione all’allenamento ed RPE (Rate of Perceived Exertion, ossia una misura soggettiva di quanto sentiamo pesante una determinata serie).

 

La stanchezza mentale come variabile negativa nell’allenamento

De Queiros e gli studiosi, infatti, hanno ipotizzato che un compito impegnativo dal punto di vista mentale potesse influenzare negativamente la seduta di allenamento di un individuo, se svolta dopo appena 15 minuti dal termine del precedente impegno lavorativo o scolastico. Nello specifico, ritenevano che la fatica mentale avrebbe comportato la riduzione del volume totale degli squat eseguiti e l’aumento dell’RPE: più semplicemente, minori ripetizioni e serie ritenute più pesanti dall’atleta.

 

Il test

Per verificare l’ipotesi, De Queiros e gli altri studiosi hanno chiesto a 10 atleti di eseguire un test di salto verticale, seguito da tre set di squat. L’esecuzione di questi ultimi, in particolare, richiedeva agli individui di raggiungere il cedimento, con un carico pari al 70% del proprio 1RM, ossia il peso massimo che un atleta è in grado di sollevare per una singola ripetizione. Queste prove sono state svolte in due differenti condizioni: nel primo caso i 10 individui hanno eseguito i test appena 15 minuti dopo aver terminato dei compiti che portassero all’affaticamento mentale; nel secondo caso, invece, gli atleti hanno completato gli esercizi senza svolgere - in precedenza - alcun compito tale da affaticare la mente.

 

I risultati: volume totale degli squat ridotto

A livello di risultati, non ci sono state ricadute negative per quanto riguarda il test sul salto verticale. Tuttavia, - come possiamo notare dalla fig 1 - è stata riscontrata una diminuzione del 15.8% sul volume totale degli squat rispetto alla condizione di controllo, quella condizione in cui i test sono stati eseguiti senza svolgere attività cognitiva prima della seduta. Complessivamente, quindi, gli studiosi ritengono che un’attività cognitiva gravosa, eseguita prima di un workout, possa influenzare negativamente gli esercizi svolti con un bilanciere e, di conseguenza, influire sulla resistenza della forza di un individuo.

 

affaticamento mentale allenamento

fig 1

 

Conclusioni

In conclusione, è stato riscontrato che l’attività cognitiva possa aver favorito l’aumento dell’accumulo di fatica nel corso delle tre serie di squat al 70% del proprio 1RM. Tuttavia, De Queiros e gli altri studiosi ritengono che ci siano ancora molte incognite e domande a cui rispondere sul tema: insomma, l’idea è che non ci dovremmo preoccupare troppo rispetto a questa variabile. Quindi, ricapitolando:

  1. Se ti alleni al termine di una giornata intensa di lavoro mentale, potresti essere più affaticato e risentirne a livello di capacità’ di lavoro
  2. Se svolgi un lavoro molto intenso a livello mentale, ma vuoi comunque ottimizzare la tua performance, valuta se sia il caso di cambiare l’orario in cui svolgi il workout: per esempio, potresti scegliere di anticiparlo e allenarti prima di iniziare a lavorare o studiare.
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